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- 04/15/2021

Dieta LOW-FODMAP nella sindrome dell’Intestino irritabile: nuove evidenze

Nutra Horizons IT

di van Lanen AS, de Bree A, Greyling A.

La sindrome dell’intestino irritabile, o IBS, è un diffuso disturbo ad andamento cronico, che colpisce circa l’11% della popolazione mondiale, con una maggiore prevalenza nelle donne rispetto agli uomini. Dolore addominale, flatulenza, con variazioni dell’alvo che vanno dalla stitichezza fino ad episodi diarroici ripetuti sono tra i principali sintomi associati a questa condizione, che per la loro intensità e il loro andamento cronico possono compromettere notevolmente la qualità della vita.

L’efficacia della dieta low-FODMAP (e cioè a basso contenuto di FODMAP – Fermentable Oligosaccharides Disaccharides Monosaccharides And Polyols, ovvero oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili) nella riduzione dei sintomi da IBS è stata dimostrata dai risultati di trial clinici, in particolare per quanto concerne il gonfiore ed il dolore addominale. Una dieta caratterizzata da un ridotto apporto di questi carboidrati, contenuti soprattutto in alimenti vegetali come cereali, legumi e frutta, ma anche nel latte, scarsamente assorbibili e notevolmente fermentabili, apporterebbe infatti benefici a circa il 70% dei pazienti.

Ulteriori conferme dell’efficacia di questo protocollo giungono da una recente revisione sistematica con metanalisi di 12 studi di intervento: una dieta low-FODMAP ridurrebbe sensibilmente i sintomi intestinali, migliorando notevolmente la qualità della vita, nei soggetti con IBS, rispetto ad altri regimi alimentari (quali diete specifiche per l’IBS, dieta mediterranea e diete di controllo diverse dalla low-FODMAP). Gli autori non hanno invece osservato differenze sostanziali tra le varie diete in termini di diversità del microbiota, o dei livelli di micronutrienti, sia a breve che a lungo termine. Cinque studi su sette hanno anzi rilevato piccoli aumenti nell’apporto di vitamina A, β-carotene, vitamine del gruppo B e selenio con la dieta low-FODMAP; tuttavia, a causa dell’eterogeneità delle metodologie usate e del numero limitato di studi analizzati, i risultati in merito vanno ancora considerati come poco conclusivi.