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- 06/05/2022

AGGIUNGERE ESTRATTI CHE INTRAPPOLANO IL FERRO ALLE CREME SOLARI PER RENDERLE VERAMENTE EFFICACI

Beauty Horizons IT

 

 Un ingrediente chiave manca in tutte le creme solari e anti-invecchiamento, e la nostra pelle sarà molto più protetta dagli effetti dannosi del sole una volta aggiunta questa ricca fonte di fotoprotezione naturale.

È quanto emerge da un nuovo studio sull’invecchiamento cutaneo legato al sole, condotto dall’Università di Bath e pubblicato sulla rivista Antioxidant.

 

 

L’ingrediente mancante è una classe di antiossidanti comunemente presente in natura. Gli esperimenti hanno dimostrato che queste molecole antiossidanti eliminano il ferro in eccesso nelle cellule, aiutandole così a mantenere un livello sano di radicali liberi. I radicali liberi e il ferro libero sono fortemente legati ai danni alla pelle.

 

Includendo questi potenti antiossidanti nei prodotti per la cura della pelle e nelle formulazioni di protezione solare, e quindi intrappolando il ferro libero, possiamo aspettarci di ottenere un livello di protezione dal sole senza precedenti“, afferma il dottor Charareh Pourzand, che ha guidato la ricerca dal Dipartimento di Farmacia e Farmacologia e dal Centro per l’Innovazione Terapeutica dell’Università di Bath.

 

Gli scienziati sanno da tempo che i depositi di ferro favoriscono l’invecchiamento, ma l’ultimo studio evidenzia l’interazione tra ferro libero e radicali liberi nella pelle. A seguito dei risultati ottenuti, il dottor Pourzand esorta i produttori di prodotti per la cura della pelle a esaminare più da vicino le opportunità di includere estratti che catturano il ferro nei loro prodotti.

 

Nel laboratorio di Bath sono già stati identificati diversi estratti naturali che intrappolano il ferro (si tratta di varie classi di composti botanici, fungini e marini, tra cui gli estratti di alcuni ortaggi, frutta, noci, semi, cortecce e fiori), ma il dottor Pourzand afferma che sono necessarie ulteriori ricerche prima che questi composti possano essere commercializzati.

 

Sebbene gli antiossidanti che abbiamo identificato funzionino bene in laboratorio, non rimangono necessariamente stabili una volta aggiunti a una crema”, spiega la dottoressa. “Questi estratti provengono dalle piante e i fattori ambientali ne influenzano la stabilità e l’efficacia a lungo termine: qualsiasi cosa, dalla stagione in cui vengono coltivate, al tipo di terreno, alla latitudine e al momento del raccolto, può modificare la capacità di neutralizzare i radicali liberi e di funzionare come trappole per il ferro“.Aggiunge: “Ora è necessario che le sostanze chimiche bioattive di questi estratti vengano standardizzate; una volta fatto ciò, potranno e dovranno essere aggiunte ai prodotti progettati per proteggere la pelle dall’invecchiamento“.

 

Le creme solari oggi in commercio sono progettate per bloccare o assorbire i raggi UV. Così facendo, riducono il numero di radicali liberi che si formano sulla pelle: sono queste molecole instabili a causare danni e invecchiamento cutaneo, in un processo noto come stress ossidativo. I radicali liberi danneggiano il DNA e altri componenti delle cellule, causandone talvolta la morte.

 

Ciò che non è stato preso in considerazione nelle formulazioni solari e anti-invecchiamento è il ruolo del ferro, sia nel danneggiare direttamente la pelle quando interagisce con i raggi UV, sia nell’amplificare i danni causati dai radicali liberi.

 

“Questa situazione deve cambiare“, afferma il Dr. Pourzand. “Le formulazioni devono adattarsi e migliorare”.

I composti antiossidanti identificati a Bath hanno la capacità di proteggere la pelle sia dall’invecchiamento cronologico (il naturale declino della struttura della pelle che si verifica con l’età) sia dall’invecchiamento mediato dal sole (noto come fotoinvecchiamento).

 

Sebbene il corpo abbia bisogno di ferro per funzionare correttamente, una quantità eccessiva (o insufficiente) è dannosa o addirittura letale per le nostre cellule. Per proteggersi da questo pericolo, le nostre cellule hanno un sistema ben sviluppato per regolare il ferro in eccesso quando si accumula, riportandolo così in uno stato di equilibrio (noto come omeostasi). In presenza di luce solare, tuttavia, questo equilibrio si altera, provocando danni alla pelle, invecchiamento e talvolta cancro.

 

 Anche l’invecchiamento cronologico contribuisce a sbilanciare i livelli di ferro, soprattutto nelle donne dopo la menopausa, il che significa che gli anziani (e in particolare le donne anziane) sono più vulnerabili di altri agli effetti devastanti del sole.

 

Questa ricerca è stata finanziata da ASEA, leader mondiale nella tecnologia redox, che fornisce prodotti per la salute cellulare. Il lavoro di consulenza svolto dal dottor Pourzand per questo studio è stato agevolato dai Consultancy Services dei Research and Innovation Services (RIS) dell’Università di Bath.