La situazione della grande realtà cosmetica italiana relativamente al contoterzismo

GIAN ANDREA POSITANO
Responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia

Da sempre ai vertici delle dinamiche di sviluppo congiunturale, il comparto dei contoterzisti italiani registra crescite di fatturato che spiegano, a valle, la positiva tendenza delle industrie distributrici.

Con un fatturato che si approssima nel 2017 ai 1.500 milioni di euro, (vedi immagine 1), e una produzione media di 29 milioni di pezzi, le imprese cosmetiche terziste esportano quasi l’80% della loro produzione, destinando meno del 47% ai canali mass market e il 37% al canale farmacia, considerando il livello di specializzazione.

La distribuzione per canale di sbocco in Italia è più frammentata, considerando che nel mass market la specializzazione è poco meno del 40%, seguita dall’acconciatura professionale e dalla farmacia con una quota del 28% per entrambe. 

Con riferimento alla specializzazione produttiva, i terzisti italiani registrano quote di sell-in che vedono al primo posto i prodotti per il trucco del viso, 30,1% del totale, del trucco occhi, 18,7%, per arrivare a prodotti per capelli e cuoio capelluto, che coprono il 14,1% del totale.

 


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