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- 02/19/2023

Cambiamenti nel comportamento alimentare in tempi di crisi

Nutra Horizons IT

 

Alla fine del 2022 è stato pubblicato il rapporto della nuova ricerca “Changes in food behaviour in times of crisis”. Lo studio è stato coordinato dall’Università di Aarhus in Danimarca e ha visto la partecipazione dell’Università di Helsinki e KU Leuven. Il progetto è stato finanziato da EIT Food, la più grande e dinamica comunità di innovazione alimentare del mondo. EIT Food è sostenuto dall’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT), un organismo dell’Unione europea.

I dati dei consumatori sono stati raccolti tramite un’indagine online condotta da Aistila Oy (www.aistila.fi), una società di ricerca. La raccolta dei dati è stata condotta in 10 Paesi europei (Spagna, Svezia, Germania, Regno Unito, Polonia, Italia, Francia, Grecia, Finlandia e Romania) nell’agosto 2022. Sono stati intervistati 5.000 consumatori adulti (18+), 500 per Paese, che rispondevano ai criteri di responsabilità o corresponsabilità nella spesa.

Il progetto è uno studio di follow-up della ricerca condotta nel 2020, che ha dimostrato che le misure di lockdown a causa del COVID-19 possono aver provocato un cambiamento duraturo del comportamento in relazione al consumo di alimenti.

L’indagine rivela che più della metà dei consumatori intervistati (55%) ritiene che la guerra in Ucraina e i conseguenti effetti economici e sulla catena di approvvigionamento abbiano reso più vulnerabile la produzione alimentare, mentre il 54% pensa che la guerra sia la ragione principale dell’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari in Europa. Dall’ultimo studio, gli effetti dell’aumento dei prezzi sono stati fortemente percepiti dai consumatori, che hanno osservato aumenti di prezzo per la maggior parte delle categorie di alimenti. I rincari più consistenti riguardano i prodotti di origine animale: il 55% dei consumatori afferma di aver registrato un aumento significativo dei prezzi della carne rossa, il 52% del pesce e il 51% dei latticini. Quasi la metà ritiene che questi costi siano distribuiti in modo iniquo, mentre il 48% degli intervistati ritiene che la guerra abbia permesso ai rivenditori e ai produttori di generi alimentari di ottenere maggiori profitti.

I consumatori reagiscono all’aumento dei prezzi tagliando i costi dove possono, ad esempio comprando meno, acquistando marche più economiche e facendo acquisti in negozi più economici. Quasi quattro consumatori su 10 (37%) dichiarano di comprare meno carne rossa, mentre un terzo compra meno pesce e pollame (33% per ciascuno). Inoltre, per risparmiare, gli acquirenti stanno tagliando completamente su alcune categorie, con un consumatore su 10 (12%) che ha smesso di acquistare cibi pronti e un 10% che ha smesso di comprare bevande alcoliche. Per ridurre i costi sui cereali e sui prodotti lattiero-caseari, un terzo dei consumatori dichiara di essere passato all’acquisto di una marca più economica (rispettivamente 35% e 33%).

Oltre ai comportamenti legati al risparmio, i consumatori europei stanno anche facendo scelte di acquisto più consapevoli. Oltre la metà (52%) dichiara di controllare i prezzi più di quanto facesse prima della pandemia, un aumento rispetto al 31% del 2020. Quattro su 10 (41%), invece, affermano di fare meno acquisti non pianificati rispetto a prima, rispetto al 26% del 2020. Quattro su 10 controllano anche le date di scadenza (40%) o utilizzano maggiormente le etichette per confrontare i prodotti (39%).

Esaminando le tendenze dei comportamenti dei consumatori in materia di cucina e alimentazione, il progetto ha utilizzato i risultati per raggruppare i consumatori europei in cinque categorie. Da questo raggruppamento emerge che un terzo (33%) dei consumatori dichiara di prestare maggiore attenzione ai prezzi dei prodotti alimentari, ma per il resto non segnala grandi cambiamenti, mentre un terzo (32%) afferma di fare scelte alimentari più ponderate, ad esempio prestando maggiore attenzione alle etichette o cercando nuove innovazioni alimentari. Solo il 19% dei consumatori ha mostrato comportamenti alimentari resilienti, cioè il loro comportamento è rimasto per lo più invariato.