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- 02/19/2023

Nuovi farmaci contro il cancro potrebbero provenire da patate e pomodori

Nutra Horizons IT

Un team di scienziati polacchi guidati da Magdalena Winkiel dell’Università Adam Mickiewicz ha pubblicato su Frontiers in Pharmacology, uno studio che esamina i composti bioattivi chiamati glicoalcaloidi, che si trovano in molte verdure, come le patate e i pomodori, dimostrando il loro potenziale per il trattamento del cancro.

La Winkiel e colleghi si sono concentrati su cinque glicoalcaloidi – solanina, caconina, solasonina, solamargina e tomatina – che si trovano negli estratti grezzi della famiglia delle Solanacee, note anche come belladonna. Questa famiglia comprende molte piante edibili popolari – e molte che sono tossiche, spesso a causa degli alcaloidi che producono per difendersi dagli animali che le mangiano. Ma la dose corretta può trasformare un veleno in una medicina: una volta che gli scienziati hanno individuato la dose terapeutica sicura per gli alcaloidi, questi possono essere potenti strumenti clinici.

I glicoalcaloidi, in particolare, inibiscono la crescita delle cellule tumorali e possono favorirne la morte, entrambe bersagli fondamentali per il controllo del cancro e il miglioramento della prognosi dei pazienti. Gli studi in silico – un primo passo importante – suggeriscono che i glicoalcaloidi non sono tossici e non rischiano di danneggiare il DNA o di causare tumori futuri, anche se potrebbero esserci effetti sul sistema riproduttivo.

Un passo avanti necessario è l’utilizzo di studi in vitro e su modelli animali, per determinare quali glicoalcaloidi siano abbastanza sicuri e promettenti da poter essere testati sull’uomo. Winkiel e colleghi evidenziano i glicoalcaloidi derivati dalle patate, come la solanina e la caconina – anche se i livelli presenti nelle patate dipendono dalle condizioni di luce e temperatura a cui le patate sono esposte. La solanina impedisce ad alcune sostanze chimiche potenzialmente cancerogene di trasformarsi in agenti cancerogeni nell’organismo e inibisce le metastasi. Studi hanno inoltre dimostrato che, a dosi terapeutiche, la solanina è in grado di eliminare un particolare tipo di cellule leucemiche. La caconina ha proprietà antinfiammatorie, con il potenziale di trattare la sepsi. La solamargina, che si trova soprattutto nelle melanzane, impedisce alle cellule del cancro al fegato di riprodursi. La solamargina è uno dei numerosi glicoalcaloidi che potrebbero essere fondamentali come trattamento complementare, perché colpisce le cellule staminali del cancro, che si ritiene svolgano un ruolo significativo nella resistenza ai farmaci antitumorali. Anche la solasonina, che si trova in diverse piante della famiglia della belladonna, si pensa possa attaccare le cellule staminali del cancro, agendo sullo stesso pathway. Anche i pomodori offrono un potenziale per la medicina del futuro, con la tomatina che supporta la regolazione del ciclo cellulare dell’organismo in modo da uccidere le cellule tumorali.

Saranno necessarie ulteriori ricerche per determinare come questo potenziale in vitro possa essere trasformato in medicina pratica. È possibile che la lavorazione ad alta temperatura migliori le proprietà dei glicoalcaloidi e recentemente si è scoperto che le nanoparticelle facilitano la distribuzione dei glicoalcaloidi alle cellule tumorali, favorendo la somministrazione dei farmaci.

Tuttavia, i meccanismi d’azione dei glicoalcaloidi devono essere meglio compresi e tutti i potenziali problemi di sicurezza devono essere esaminati prima che i pazienti possano beneficiare di farmaci antitumorali direttamente dall’orto.

DOI: 10.3389/fphar.2022.979451